Del periodo delle feste rimane sempre il bel ricordo del tempo trascorso in famiglia e con le persone a noi care, ma il Natale ci lascia anche un senso di pesantezza dopo tutti gli abbondanti pasti fatti a suon di fritti e panettone.

Per molte persone il primo riparo dopo i pranzi della nonna e i cenoni con gli amici è il ricorso a tisane e infusi “antigonfiore”. Del resto, lo sappiamo: dici “detox”, pensi “tisana”. Eppure, per fare un detox degno di questo nome, bisogna saper andare al di là di semplici claim pubblicitari e concentrarsi sui veri principi benefici del prodotto.

Come qualsiasi cibo o bevanda destinata al consumo umano, anche i tè, le tisane e gli infusi cosiddetti “depurativi” devono sottostare alle norme di etichettatura previste dal Regolamento europeo 1169/2011, relativo proprio alla fornitura di informazioni al consumatore. Nell’etichetta troviamo informazioni preziose, che possono guidarci in una scelta d’acquisto consapevole, come l’elenco degli ingredienti, il peso netto, la data di scadenza, le istruzioni per l’uso e la dichiarazione nutrizionale.

Attenzione, però: le tisane sono fra i pochi alimenti (insieme a erbe, spezie e aromi) a essere esenti dalla dichiarazione nutrizionale obbligatoria. Questo chiaramente non significa che non debbano disporre di un’etichetta completa, dettagliata e soprattutto chiara, vale a dire che non induca in errore il consumatore, alludendo a proprietà che il prodotto non possiede, così come prescritto dall’articolo 7 del sopracitato Regolamento:

“Le informazioni sugli alimenti non inducono in errore, in particolare:
[…]
attribuendo al prodotto alimentare effetti o proprietà che non possiede;
suggerendo che l’alimento possiede caratteristiche particolari, quando in realtà tutti gli alimenti analoghi possiedono le stesse caratteristiche, in particolare evidenziando in modo esplicito la presenza o l’assenza di determinati ingredienti e/o sostanze nutritive […].”

La peculiarità di questi prodotti è che possono essere commercializzati anche nelle erboristerie, spesso in forma sfusa. Anche il settore dell’erboristeria, naturalmente, deve sottostare alle norme di etichettatura previste a livello comunitario. L’attenzione ulteriore rispetto a tè, infusi e tisane – detox e non solo – è che essi vengono vendute attribuendo loro proprietà atte a prevenire o curare malattie. Secondo il Regolamento CE 1924/2006, che stabilisce le regole per l’utilizzo delle indicazioni nutrizionali e di salute, gli alimenti possono riportare in etichetta claims salutistici solo se l’effetto fisiologico è confermato da dati scientifici accertati.

Questo significa che la tisana, il tè o l’infuso non possono vantare impieghi terapeutici, ma possono indicare proprietà in grado di favorire le normali funzioni fisiologiche dell’organismo. Ricordiamo che solo gli erboristi titolati e i farmacisti possono produrre, trasformare, miscelare e commercializzare prodotti a base di piante officinali, mentre gli erboristi senza titolo possono vendere esclusivamente prodotti preconfezionati o preincartati.

 

 

Dott.ssa Chim. Daniela Maurizi

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