L’Obiettivo 12 dell’Agenda 2030 è quello di promuovere modelli sostenibili di produzione e di consumo per la sopravvivenza del nostro Pianeta, da tempo vittima di uno sfruttamento incontrollato delle risorse. Un processo da attuare velocemente, visti anche i dati allarmanti del nuovo Food Waste Index Report 2021 delle Nazioni Unite in cui si stima che quasi un miliardo di tonnellate di cibo viene sprecato ogni anno. Secondo l’Osservatorio Waste Watcher International, in Italia sono 5,2 milioni le tonnellate di cibo finite nella spazzatura, tra le mura domestiche e lungo tutta la filiera.
Per fare subito un esempio concreto, basta pensare alla Pasqua appena passata. O meglio, ripensarla: invece di buttare gli avanzi, iniziamo a conservarli in freezer, possibilmente in contenitori alimentari riutilizzabili invece di sacchetti, fogli e pellicole monouso. La torta di Pasqua al formaggio è avanzata? Può essere congelata e, all’occorrenza, riscaldata, tagliata a cubetti e riproposta come gustoso aperitivo. Anche il cioccolato in eccesso delle uova può essere riutilizzato, per creare gustosi biscotti di cereali al cioccolato, morbidi plumcake oppure dei brownies golosi.
Piccoli passi per cambiare modo di pensare e favorire l’economia circolare che prevede meno sprechi e un consumo di risorse ambientali ridotto al minimo. Tutto ciò che viene prodotto deve trovare un modo sostenibile di essere rimesso in circolo tramite riuso e riutilizzo il più a lungo possibile e attraverso la riparazione e il riciclo se non può essere riparato o riutilizzato. Il successo di questo tipo di economia passa anche… dai rifiuti. Basta pensare alla plastica: se i rifiuti di questo materiale vengono gestiti nel modo giusto, possono diventare una risorsa. Vengono presi, tagliuzzati, puliti, miscelati con altri materiali e utilizzati per creare nuovi oggetti, uguali o di altro genere. In questo modo lo scarto è minimo, come il dispendio di materiale ed energia.
Visto che questo tipo di economia evidenzia che le materie prime naturali non sono infinite, perché non sfruttare al massimo quelle che abbiamo già e magari giacciono dimenticate in un armadietto? Ad esempio, riusare i profumi che non si mettono più, quelli avanzati o invecchiati può diventare una divertente sfida creativa. Si possono spruzzare su un dischetto di cotone da mettere nei cassetti e negli armadi per profumare vestiario e biancheria. Possono servire per deodorare una scarpiera o profumare la casa aggiungendone poche gocce all’acqua delle vaschette dei termosifoni. Se ne può versare un po’ nel sacchetto dell’aspirapolvere per fargli rilasciare un piacevole aroma negli ambienti quando è in funzione. O ancora, vaporizzane una piccola quantità sullo zerbino per disinfettarlo e profumarlo, coprendone eventuali cattivi odori.
Anche perché è proprio nel quotidiano che dobbiamo imparare a conservare e preservare la bellezza e il valore del naturale, che sia un mobile di legno o un abito di qualità. In questo approccio, un insospettabile testimonial è Re Carlo d’Inghilterra che ama il bello purché sia sostenibile e lontano dalla tendenza usa e getta. Il sovrano ha spesso dichiarato di far rammendare e riparare le sue scarpe di cuoio e di far rattoppare ciclicamente i suoi abiti fatti a mano. “Io sono una di quelle persone che odiano buttare via qualsiasi cosa. Preferisco che gli abiti vengano mantenuti, anche rattoppati se necessario, piuttosto che abbandonarli” ha spiegato il re. “Non sopporto alcuno spreco, compresi quelli alimentari. Preferisco di gran lunga trovare un altro uso. Questo è il motivo per cui ho parlato così a lungo della necessità di un’economia circolare, piuttosto che lineare in cui devi solo fare, prendere e buttare via”. Un nobile esempio che può ispirare tutti ad adottare comportamenti più sostenibili e con… vantaggi reali per il Pianeta.
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