Marzo è il mese in cui non si può per un momento non soffermarsi sull’importanza dell’acqua. Proprio il 22 marzo si è celebrata infatti la Giornata Mondiale dell’Acqua, ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 che quest’anno ha affrontato il tema “Acque sotterranee – rendere visibile l’invisibile”. Il filo conduttore della giornata è quel “rendere visibile l’invisibile”, perché quasi tutta l’acqua dolce liquida è acqua freatica, e sono i bacini acquiferi sotterranei quelli che sostengono le forniture di acqua potabile, i sistemi sanitari, l’agricoltura, l’industria e gli ecosistemi.
E proprio dell’acqua si occupano i nostri professionisti, percorrendo l’intero ciclo, l’utilizzo, il riutilizzo della stessa lungo tutti i suoi passaggi, garantendone la salubrità, la funzionalità, il risparmio, il riciclo e la depurazione e trattamento. L’acqua è un bene fondamentale ed è alla base di tutta la sopravvivenza del mondo animale e vegetale, e dalla sua salubrità discende la tranquillità di una sicurezza alimentare e di una sicurezza nell’uso quotidiano a casa come a lavoro. L’acqua è una risorsa finita e insostituibile, che assume di volta in volta un valore diverso a seconda delle condizioni sociali, ambientali e culturali, e della sua disponibilità. Non è un bene fabbricabile, ed è per questo che l’obiettivo di sviluppo sostenibile 6 dell’agenda ONU al 2030 prevede di garantire a tutti disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie.
Proprio per questo in fase di stesura del PNRR, la Federazione ha promosso e valorizzato questa risorsa, inviando al Governo delle proposte concrete per contribuire al raggiungimento della obiettivo 6 di sviluppo sostenibile dell’agenda 2030, finalizzato a garantire la disponibilità e la gestione sostenibile di acqua e servizi igienici per tutti.
La Federazione in particolare ha infatti chiesto al Governo di:
• individuare un unico soggetto di riferimento come le “Autorità di Bacino o di area” in grado di gestire in modo unitario la risorsa in tutti i suoi vari aspetti (acque per uso idropotabile, acque reflue, acque bianche, acque meteoriche, acque superficiali, etc) e prevedere nell’ambito dei tavoli di consultazione dello stesso la presenza di Chimici o sia prevista la presenza dei nostri professionisti negli enti preposti alla gestione di dighe ed invasi ad uso plurimo (per uso idropotabile, agricolo, industriale, etc );
• prevedere finanziamenti volti al rifacimento/sostituzione delle condotte di adduzione e distribuzione dell’acqua potabile che sono vetuste e fonte di considerevole dispersione della risorsa;
• prevedere la presenza dei nostri professionisti nella gestione di impianti di depurazione, anche centralizzati ed a valenza sovracomunale, in grado di ottenere/garantire l’autonomia energetica e garantire la salute e salubrità delle acque nonché eventuali impieghi secondari o si realizzi una cabina di regia di Bacino o di area dove operare per la tutela della risorsa a 360 gradi.
Merita ricordare che poco più di un anno fa, il 12 gennaio 2021, è entrata in vigore la nuova direttiva europea UE 2020/2184 che gli Stati membri dovranno recepire entro il 2023. Dedicata al tema della qualità e dell’accessibilità dell’acqua potabile, la nuova direttiva porta alcune importanti novità, tra cui la sicurezza per tutta la filiera (bacini, impianti di approvvigionamento, impianti di trattamento e stoccaggio comprese le infrastrutture idriche e le condotte di distribuzione) e i requisiti igienici/sanitari minimi dei materiali che entrano a contatto con le acque potabili. Obiettivo della nuova Direttiva è proteggere la salute umana dagli effetti negativi di qualsiasi contaminazione dell’acqua potabile assicurando che sia sana e pulita, e far sì che anche l’acqua – quale risorsa non illimitata – venga gestita in maniera sostenibile ed efficiente in ogni fase, dal trattamento alla distribuzione.
Con lungimiranza, la normativa comunitaria ha previsto che il nuovo approccio alla sicurezza dell’acqua destinata al consumo umano debba basarsi sulla valutazione del rischio lungo l’intera filiera di approvvigionamento e sulla predisposizione di Piani di Sicurezza dell’acqua. La valutazione del rischio associato ai punti di captazione delle acque richiama direttamente gli adempimenti di cui alla direttiva 2000/60/CE, superando definitivamente su base normativa i limiti legati alle criticità dovute alla separazione delle aree di competenza ambientale e sanitaria. Tale criterio comporta dunque l’inclusione degli impianti di distribuzione domestici tra quelli soggetti a una prima valutazione generale che dovrà essere prodotta entro il 12 luglio 2027. La valutazione del rischio per la filiera idropotabile e per gli impianti di distribuzione degli edifici dovrà essere effettuata e redatta per la prima volta entro il 12 gennaio 2029. Le valutazioni del rischio verranno riesaminate a intervalli periodici non superiori a sei anni.
Tra gli obiettivi della direttiva va segnalato anche quello di assicurare la buona qualità e la sicurezza dell’acqua per uso potabile, aggiornando i limiti per alcuni inquinanti, aggiungendo all’elenco altri contaminanti e promuovendo un sistema di monitoraggio che consideri tutta la catena di approvvigionamento dell’acqua potabile con lo scopo principale di tutelare la salute dei consumatori.
Un’ulteriore innovazione – in linea con i principi dei Piani di sicurezza dell’Acqua/Water Safety Plans (PSA/WSP) – riguarda proprio l’introduzione del monitoraggio operativo relativamente alla filiera idropotabile e più in generale per quanto concerne le attività di monitoraggio della qualità delle acque destinate al consumo umano. Il monitoraggio operativo, che fornisce una rapida panoramica delle prestazioni e dei problemi relativi alle condizioni di captazione, stoccaggio, trattamento e distribuzione dell’acqua, è associato in genere a parametri facilmente analizzabili sia in termini di tempistiche che di oneri economici da sostenere.
Prospettive queste che evidenziano ancor più il ruolo delle risorse idriche nell’adattamento al cambiamento climatico, dove i bacini sotterranei sono un tassello importante per immagazzinare le eccedenze idriche stagionali o episodiche, e per questo devono garantire prevenzione nella contaminazione delle falde, con acque sicure e non inquinate.
E proprio sul tema dell’inquinamento i professionisti Chimici e Fisici hanno da sempre operato attivamente in questo settore rivestendo un ruolo primario, anche in ottica di un riciclo e recupero delle acque reflue trattate per sopperire all’attuale carenza di acqua per l’agricoltura.
Dott. Chim. Mauro Bocciarelli
Consigliere Tesoriere Comitato Centrale FNCF
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