La cosmetica è da sempre un settore della chimica estremamente affascinante, in cui il ruolo del formulatore ha un’importanza straordinaria, non soltanto per la realizzazione dei prodotti ma per la versatilità dell’approccio rigorosamente scientifico all’innovazione, elemento saliente della professionalità del Chimico.

La cosmetologia è una vera e propria scienza e da qualche tempo accanto ai tradizionali cosmetici hanno fatto la loro comparsa i cosmeceutici, realizzati sulla base di principi attivi utilizzati in campo estetico ma presenti nella farmacopea tradizionale, sebbene senza effetti medicinali.

La differenza tra un cosmetico e un cosmeceutico può essere ritenuta allo stesso tempo effimera e sostanziale. Il significato del termine cosmeceutico, che richiama all’interazione tra la cosmesi e la farmaceutica, oggi rappresenta un approccio innovativo e vincente, che modifica la filosofia su cui si basa la preparazione del cosmetico. Contrariamente alle ricette galeniche tradizionali che venivano compilate integralmente dal dermatologo e realizzate dal farmacista preparatore senza alcuna modifica, i preparati cosmeceutici nascono attorno ad un eccipiente stabilito dal tecnico cosmetologo e che contiene uno o più attivi suggeriti dal dermatologo, con notevoli vantaggi dal punto di vista dell’aspetto organolettico e della risposta psico-reologica.

Per legge un cosmetico è “un prodotto o una sostanza, diversa da un medicinale, destinato ad essere applicato sulle superfici esterne del corpo umano (epidermide, sistema pilifero e capelli, unghie, labbra), oppure sui denti e sulle mucose della bocca allo scopo, esclusivo o prevalente, di pulirli, profumarli, modificarne l’aspetto, correggere gli odori corporei, proteggerli o preservarli in buone condizioni. I prodotti cosmetici non hanno finalità terapeutiche né possono vantare attività terapeutiche”.

Il cosmeceutico, quindi, indica qualcosa in più di un cosmetico e qualcosa in meno di un farmaco, un prodotto che per la presenza di particolari principi attivi, che si possono ritrovare nei farmaci, può esplicare la propria azione non soltanto sullo strato superficiale dell’epidermide ma può raggiungere anche gli strati sottostanti. Accanto alla cosmeceutica e alla più tradizionale cosmetologia, inizia a diffondersi un approccio di tipo “neocosmetico” che potrebbe sembrare a prima vista più minimale e “meno chimico”, con richiami più o meno diretti al natural pool.

La preparazione dei cosmetici avviene, cioè, partendo da altri prodotti finiti, già conosciuti e utilizzati singolarmente, che diventano quelle materie prime che nella giusta miscelazione, nella concentrazione appropriata e nella quantità corretta, amplificano notevolmente le loro singole proprietà grazie ad un’azione sinergica che rende estremamente più efficace la loro combinazione finale.

La formulazione avviene, quindi, non a partire dal singolo principio attivo come nella cosmetologia classica o dall’eccipiente, come nella cosmeceutica, ma dalla conoscenza approfondita della materia, delle caratteristiche biochimiche e strutturali dell’epidermide e delle interazioni tra i principi attivi già naturalmente presenti. Pochissimi ingredienti e praticamente nessun conservante, eccetto la vitamina E, per garantire l’utilizzo del prodotto più a lungo nel tempo.

Il Chimico ha dunque un ruolo differente ma altrettanto fondamentale rispetto alle formulazioni tradizionali di sintesi. Si ritorna al futuro, come un moderno alchimista 2.0, per cui la padronanza della materia e la conoscenza dei principi attivi che compongono le sue materie prime, gli consentono di miscelare gli elementi per realizzare la sua grande opera, con prodotti che nascono intrinsecamente sostenibili e a ridotto impatto sull’ambiente.

Dott. Chim. Giuseppe Tringali
Presidente OCF Siracusa

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