Tra tutti gli ecosistemi naturali che coinvolgono la presenza dell’acqua, caso particolare e mai troppo citato o approfondito soprattutto a livello mediatico divulgativo, è quello delle risorgive, o fontanili, e dei fiumi che da esse vengono alimentati. Forse ad esempio non a tutti è noto che il fiume di risorgiva più lungo d’Europa scorre in Italia, in provincia di Treviso: è il fiume Sile.
Le risorgive sono sorgenti di acqua dolce, che in Italia sono caratteristiche della pianura padana, ma che si trovano ovunque vi siano opportune condizioni di tipo fisico, geologico, e chimico. Esse si formano in vaste aree normalmente pianeggianti, ove affiorano in superficie le acque della falda freatica: le acque di falda nel loro percorso sotterraneo verso valle, ad un certo punto troveranno una importante variazione della composizione e tessitura del terreno, a causa della presenza di argille e limi di origine alluvionale, depositati nel corso di migliaia di anni dai fiumi di sorgente. È proprio in questo contesto che l’argilla, impermeabile all’acqua di falda, ne blocca il corso verso il mare o verso altro alveo ricevitore, e la pressione del flusso idrico, unitamente a fenomeni di risalita capillare, fa sì che l’acqua affiori su un terreno naturalmente soffice formando delle polle, chiamate appunto fontanili, che a loro volta originano dei modesti corsi d’acqua. Tali ruscelli, confluendo uno nell’altro, formano così degli alvei fluviali che risultano navigabili e che ospitano fauna e piante che trovano in tale contesto il loro habitat. Tuttavia il fenomeno per cui si formano fiumi di risorgiva giustifica il fatto che essi abbiano un corso generalmente più breve rispetto ai corsi d’acqua con sorgente in zone montuose.
Nel caso dei fiumi di risorgiva giova ricordare che le acque della falda vengono sostanzialmente filtrate due volte dal terreno: la prima volta quando vi penetrano, e la seconda quando risalgono in superficie. La concomitanza di questi fenomeni fa sì che le acque di questi fiumi siano solitamente più limpide ed in generale più pulite rispetto ai rivi d’altra origine.
Le acque dei fiumi di risorgiva, caratterizzati da temperatura e portata pressoché costanti, vengono sfruttate da secoli fra l’altro anche con finalità irrigue tramite l’allagamento controllato della campagna, e per l’ approvvigionamento idrico per il fabbisogno umano in luogo delle derive da acquedotto, grazie alla naturale formazione di pozzi artesiani.
Anche questi particolari ecosistemi sono oggetto di attenzione da parte dei Contratti di Fiume, protocolli giuridici che puntano alla rigenerazione ambientale di aree attraversate da corsi d’acqua attraverso diverse strategie per conseguire gli obiettivi previsti dal quadro normativo nazionale ed europeo, principalmente in relazione alle direttive europee sull’acqua (2000/60/EC e 2007/60/EC). I Contratti di Fiume sono diffusi sul territorio italiano ma anche in altri Paesi europei ed extra europei, e sono oggetto di attenzione, oltre che della PA, anche dei Professionisti che operano nel comparto ambientale o idrico, tra i quali figurano per le proprie competenze anche i Chimici e i Fisici, si pensi ad esempio alla redazione delle VAS. Non solo, i professionisti Chimici e Fisici si occupano di periodiche analisi sulle acque da pozzi artesiani al fine di valutarne la potabilità, e sulle acque dei fiumi di risorgiva per stabilirne lo stato di fatto ed accertare o escludere la presenza di sostanze inquinanti, allo scopo di tutelare questo genere di ecosistemi, la biodiversità che li contraddistingue e la peculiare natura loci che permette la loro formazione.
Dott. Chim. Ir. Roberta Giacometti
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