Nei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile – OSS (in inglese: Sustainable Development Goals, SDG) definiti dall’Organizzazione delle Nazioni Unite come strategia “per ottenere un futuro migliore e più sostenibile per tutti” – l’accesso all’acqua potabile è al sesto posto come importanza, prima ancora della ricerca volta ad implementare l’utilizzo di forme di energia rinnovabile.
L’acqua è la risorsa più abbondante del pianeta ma solo l’1% di essa è disponibile per l’alimentazione e, sempre restando ai dati delle Nazioni Unite, 100 milioni di famiglie non hanno accesso all’acqua potabile e muoiono più persone a causa dell’acqua malsana che per tutte le forme di violenza, inclusa la guerra.
“Non abbiamo un Pianeta B” è uno slogan di forte impatto, bandiera di tanti movimenti a difesa dell’ambiente, che ci chiama ad una responsabilità civile e professionale dal momento che il Chimico possiede le competenze per aiutare a fare la differenza.
Nella filiera di produzione del cosmetico il tema del consumo dell’acqua è molto sentito, studi inerenti l’utilizzo delle risorse idriche sono stati fatti coinvolgendo le Associazioni di Categoria Nazionali ed Europee e le Aziende stesse a vari livelli: l’acqua è uno dei costituenti principali della maggior parte delle forme cosmetiche, va curata attentamente nella qualità dal punto di vista chimico fisico e microbiologico ed utilizzata riducendone al minimo gli sprechi. Per valorizzare questa risorsa nel modo migliore il Chimico può intervenire in tutti gli ambiti della filiera, dalla progettazione del cosmetico, privilegiando formulazioni che si applichino senza risciacquo o che necessitino di un utilizzo d’acqua contenuto, al passaggio di scala industriale ottimizzando l’utilizzo dell’acqua di riscaldamento e di raffreddamento fino alla collaborazione con chi effettua il Panel Test per definire i protocolli di utilizzo del cosmetico progettato. Un utilizzo responsabile dell’acqua nel Personal Care è significativamente importante.
Quello che emerge in modo netto dalle analisi condotte (“Case Study Shampoo” di Henkel AG, “PEFCR for Shampoo” di Cosmetic Europe, Orèal, Unilever et al., “Soaps & Shampoo Report” di Ecolabel per citarne alcuni) è che il maggior impatto sul consumo d’acqua non deriva dalla filiera di produzione ma dall’utilizzo del consumatore, sia domestico che professionale. Questo dato si rispecchia nel profilo del consumo energetico: quello che si spende per riscaldare l’acqua per una doccia è di gran lunga superiore rispetto a quello che si spende energeticamente per tutto il resto del ciclo di vita di un prodotto detergente.
Come si può intervenire in questo ambito? Come si possono indirizzare le abitudini dei consumatori?
Un esempio di approccio aziendale può essere quello seguito nella realtà industriale nella quale lavoro, per la quale la ricerca e l’innovazione sono elementi essenziali della strategia aziendale. Innovare significa essere al passo con il cambiamento tecnologico e cogliere le opportunità che il mercato presenta, cercando di proporre ai clienti un prodotto in linea con le loro esigenze: il sentimento “green” è un trend in continua crescita. La gamma dei cosmetici da noi prodotti è composta nella massima parte da articoli pensati per l’utilizzo professionale nel settore tricologico perciò l’efficacia attesa è alta e la prima condizione per ogni formulazione è che sia performante allineandosi ai leader di mercato.
Quello che è stato verificato con misure sperimentali, tramite Panel Test eseguiti da esperti interni e professionisti esterni, è che un flacone di shampoo da un litro porta ad un utilizzo medio di circa 800 lt d’acqua, considerando un utilizzo di 12 grammi di shampoo per lavaggio e 90 secondi di utilizzo di flusso d’acqua, con un flusso medio di circa 6 litri d’acqua al minuto. E’ evidente che il vero risparmio idrico non si ottiene solamente riducendo la quantità di acqua utilizzata nel ciclo di vita del prodotto, ma riducendo l’utilizzo di acqua durante il consumo. L’analisi con diversi strumenti ed approcci (dalla microscopia ottica all’analisi sensoriale) di ciocche di capelli trattate con diverse nostre formulazioni di shampoo e conditioner ha dimostrato che un risciacquo eccessivo è inutile, per eliminare eventuali residui dai capelli basta un tempo inferiore ai 60 secondi.
L’impegno dunque è verso la corretta educazione del professionista in salone, tramite una formazione che sensibilizzi verso un utilizzo responsabile dell’acqua, e allo stesso tempo la ricerca verso formulazioni che aiutino il parrucchiere (ed il consumatore) a percepire una minore necessità di risciacquo.
Rispetto al passato dunque si valutano in modo più positivo i tensioattivi che hanno una schiuma che collassa velocemente o i balsami con texture che risulti molto leggera e facile nel lavaggio.
Le formulazioni cosmetiche vanno riviste in questo senso e la sfida che viene posta al Chimico è quella di mantenere alta l’efficacia trovando sia combinazioni alternative delle sostanze in uso che validando innovative materie prime.
Dott.ssa Chim. Maria Luisa Martini
Iscritta OICF Veneto
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