Al giorno d’oggi è particolare, non comune e sempre curioso sentire parlare di diagnostica sui beni culturali, maggiormente nel caso in cui gli attori coinvolti siano i professionisti Chimici e Fisici. Diagnostica, archeometria, autenticazioni descrivono ambiti di attività in cui il Chimico e il Fisico sono competenti, in contesti di studio e di attività laboratoristica così come nelle consulenze e sinergie con interlocutori di altre professioni.

La ragione di questo posizionamento quasi “in seconda fila” delle attività del Chimico e del Fisico intorno ai beni culturali rispetto ad altri settori di esercizio della professione può ricondursi senz’altro alla scarsità di occasioni (e/o di committenze) in cui il valore di noi professionisti è effettivamente riconosciuto, ma anche all’esile e recentissimo apparato normativo che disciplina i requisiti che devono possedere i professionisti dei beni culturali.

La norma di riferimento per operare su beni culturali è il DM MiBAC 244/2019, che disciplina i requisiti (tra i quali vi sono anche le lauree in Chimica e in Fisica con opportune e necessarie integrazioni o specializzazioni) per acquisire il titolo di Esperto di diagnostica e di scienze e tecnologia applicate ai beni culturali, in aggiunta a quello di Chimico o Fisico. Si tratta del decreto attuativo dell’articolo 9-bis del D.Lgs. 42/2004, Codice dei Beni culturali e del paesaggio. Quello dell’Esperto di diagnostica è quindi, dal punto di vista normativo, un ruolo molto recente e ciò presuppone che lavorare in questo settore prima del 2019 fosse ancora più complicato. Mancava, sostanzialmente, una coerente e solida divulgazione della professione del Chimico e del Fisico del restauro, e una difesa della professione specialistica stessa, presso gli stakeholedrs. Ulteriori considerazioni di ordine cronologico possono essere espresse anche dal momento che finanche il DPR 328/2001 enumera tra le attività dei professionisti Chimici e Chimici Junior quella di diagnostica su beni culturali, precedendo dunque lo stesso Codice dei Beni culturali e del paesaggio.

Nella mia esperienza professionale come Chimico del restauro, iniziata a fine 2006 dopo il conseguimento della laurea triennale in Scienze e tecnologie chimiche per la conservazione e il restauro, ho davvero vissuto la fatica perfino di far comprendere agli stakeholders il significato del mio ruolo, e la differenza di questo rispetto a ciò che era di competenza di altre professioni. Molte volte in cantiere o a incontri di lavoro mi “affibbiavano” un titolo che non era nemmeno il mio, come ad esempio Architetto o Ingegnere. Ho sempre tenuto però la testa alta continuando a lavorare, e difeso e promosso il mio essere Chimico, la forma mentis del Chimico, il ruolo del Chimico nel settore dei beni culturali. Ed ecco come le pubblicazioni non erano solo il punto d’orgoglio per un bel lavoro consegnato, ma erano vitali proprio perché circolasse notizia di cosa può concretamente fare il Chimico del restauro. Pensavo, non sarò mica l’unica che fa tutta questa fatica per poter svolgere quel lavoro che prima ancora che professione è passione… forse potrei aiutare anche i miei colleghi che lavorano nel mio settore a farsi sentire, a far capire che ci sono e che contribuiscono allo studio e comprensione della bellezza dell’arte e della sua matericità.

Ed ecco quella che è una prospettiva aperta a tutti i Colleghi che lavorano nei beni culturali. È il frutto di un progetto editoriale di ampia visione, che mi vede coinvolta sin dal suo inizio, sulla conservazione e restauro dei beni culturali. La punta di diamante di tale progetto sarà rappresentata da una nuova rivista, che ha l’obiettivo sia di accreditarsi presso ANVUR, prima come rivista scientifica poi come rivista di classe A, sia di proporsi come spazio e strumento vivo di riflessione, confronto, aggiornamento, analisi della contemporaneità e costruzione di prospettive per il futuro. Ogni contributo che condivida tale visione potrà pertanto essere liberamente proposto per la pubblicazione. Vi aggiornerò presto!

Dott.ssa Chim. Roberta Giacometti

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